La Filosofia

La Filosofia (4)

Martedì, 16 Febbraio 2016 15:35

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A chi di "Guide" si interessa:

Nel 1983 chiesi al giornalista Sheldon Wasserman di non pubblicare il punteggio dei miei vini. Così fece, ma non solo, sul libro "Italian Noble Wines" scrisse che chiedevo di non far parte di classifiche ove il confronto, dagli ignavi reso dogma, è disaggregante termine numerico e non condivisa umana fatica.

Non ho cambiato idea, interesso una ristretta fascia di amici-clienti, sono una piccola azienda agricola da circa 20 mila bottiglie l'anno, credo nella libera informazione, positiva o negativa essa sia. Penso alle mie colline come una plaga anarchica, senza inquisitori o opposte fazioni, interiormente ricca se stimolata da severi e attenti critici; lotto per un collettivo in grado d'esprimere ancor oggi solidarietà contadina a chi, da Madre natura, non è stato premiato.

È un sogno? Permettetemelo

Teobaldo

 

Martedì, 16 Febbraio 2016 15:35

Anarchia

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Se posso permettermi il lusso del termine, da un punto di vista ideologico sono sicuramente anarchico. Sono uno che pensa di essere abbastanza civile da riuscire a governarsi per conto proprio.

(Fabrizio De André)

In questo spazio vorrei concedermi un ricordo poiché il termine "anarchia" è per me inscindibile dalla figura di mio padre. Sono diventato grande insieme alla cantina e a crescerci, entrambi, è stato un uomo libero e responsabile. Libero di esprimere concetti o elaborare progetti in controtendenza; libero dall’umana vocazione ad aggregarsi al gregge perché più comodo e rassicurante. Responsabile perchè sempre animato da un incrollabile rispetto per gli altri e da una propensione innata a schierarsi della parte più debole. Anarchia e civiltà; libertà e responsabilità. Crescere - per un figlio e per un'azienda - nella comunione degli opposti significa mettere in pratica una filosofia, assumerla a modello oltre la teoria. Mio padre ci ha lasciato in eredità il pensiero di anarchia, una propensione all’indipendenza che ci ha spinto a mettere in discussione (o a ripensare) anche il suo stesso lavoro al fine di evitare le trappole di una diversa ma indesiderabile omologazione. Rimane, indelebile, un approccio alla vita - e alla produzione - che tratteggia ciò che per noi veramente conta: impensabile seguire un qualsivoglia dogma, soprattutto quando si tratta di cavalcare una qualche scia imposta dalla moda. Quello che ci interessa è il senso. Un buon prodotto, espressione reale di quanto il territorio e l'annata determinano, ma con la sapienza necessaria a condurlo verso l'armonia e il piacere. Non ci prestiamo ad altro se non all'etica della terra e dell'uomo, crediamo alla razza umana e alla Natura ma partiamo dal piccolo per pensare in grande. Non cercateci dunque sui palcoscenici, aspettatevi invece di incrociarci in un posto inconsueto, in una situazione inaspettata che ci conceda però di condividere un bicchiere di vino ed un pezzo di strada.

Martedì, 16 Febbraio 2016 15:35

Rivoluzione

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Chi non sta da una parte o dall'altra della barricata, è la barricata.

(Vladimir Il'ič Ul'janov)

Molto spesso all'azienda Cappellano è stato associato il concetto di “rivoluzione”, un ossimoro se si pensa alla già trattata fama di “tradizionalisti”. Eppure tradizione e rivoluzione sono due facce della stessa medaglia - il piglio rivoluzionario o se vogliamo “anticonformista” - pare iscritto nei geni dei patriarchi della Cappellano.

Un nonno, Francesco, così testardo da lasciare le Langhe per costruire un attività connessa al vino, però in Africa (più precisamente in Eritrea, allora colonia italiana).

Un padre, Baldo, ritornato in Italia con una famiglia ed il sogno di ricostruire la cantina di famiglia partendo quasi da zero, riacquistando una parcella in uno dei cru - Gabutti - tra i più prestigiosi della Langa, producendo nuovamente Barolo Chinato con la vecchia ricetta, e trasformando in realtà l'antico miraggio del padre: una vigna di nuovo a piede franco.

Folli, sognatori, incoscienti. Visionari, coraggiosi, precursori. Questo e molto altro si è detto di loro, questo - e molto altro - si evince dalle loro vicende, qui solamente tratteggiate. Eppure questi sono tutti tratti che contraddistinguono le personalità che determinano il cambiamento, la rivoluzione. Ci piace pensare che questo piccolo germe di follia che fa intravedere un futuro migliore, un sogno per cui lottare, sia ormai diventato endemico, che permei me così come tutte le splendide anime che hanno consentito alla cantina di andare avanti. Crediamo fortemente che per rendere degna un'esistenza sia necessaria una giusta motivazione, alimentata da un fuoco. Potremmo chiamarla causa, potremmo chiamarla utopia. In ogni caso inseguirla ci rende felici e, speriamo, ci renda parte attiva e costruttiva di questo meraviglioso sistema mondo.

Mercoledì, 13 Gennaio 2016 10:43

Tradizione

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Tradizióne s. f. [dal lat. traditio -onis, propr. «consegna, trasmissione», der. di tradĕre «consegnare»]

Nel corso degli anni ci è capitato per varie ragioni di ritrovarci iscritti d’ufficio nella schiera dei “tradizionalisti”. Una definizione che riteniamo limitante solo quando accostata a un termine fuorviante come “conservatori”, ma che non rigettiamo – anzi, che rivendichiamo - nel suo vero significato di consegna e trasmissione di saperi e di pratiche, valori per noi indispensabili al progresso e a quella “evoluzione all’indietro” alla quale amava fare riferimento mio padre.

Sono principi che nella pratica si traducono in un lavoro rispettoso della terra e di quello che ci offre: in vigna applichiamo una metodologia di tipo biologico (rame, zolfo in varie formulazioni e niente diserbo) e in cantina limitiamo al minimo gli interventi non facendo nulla di più di quanto facevano i vecchi, anche se con attrezzi più raffinati.

Il concetto base è quello della delicatezza, dalla vite fino alla bottiglia: potatura effettuata con tecniche poco traumatiche, vendemmia con attrezzature che preservino l’integrità degli acini e infine stoccaggio delle bottiglie in una stanza interrata creata per farle riposare in assoluta tranquillità fino al momento della spedizione.